Sì, questa è davvero la bandiera della Transnistria. Sì, siamo rimasti sorpresi anche noi (Fonte: Wikipedia)
di Roberto Cascino
Perché ci occupiamo della Transnistria?
La Transnistria è una repubblica filorussa che si è dichiarata indipendente dalla Moldavia più di 30 anni fa.
Nonostante non sia riconosciuto da nessun altro Stato al mondo, l’indipendenza è de facto sancita dalla presenza di una frontiera che separa la regione separatista dal resto del Paese.
Il pomeriggio del 25 aprile delle esplosioni hanno colpito un edificio governativo di Tiraspol, la capitale del Paese.
Il giorno successivo si sono verificati ulteriori attacchi, questa volta contro due antenne radio e contro una struttura militare.
Questi episodi di violenza sono stati riconosciuti, da osservatori nazionali e internazionali, come un pretesto organizzato dalle forze russe e filorusse per permettere all’esercito di Putin di invadere la Moldavia.
Il piccolo Stato non riconosciuto da nessuno deve la sua stessa esistenza agli aiuti economici e militari che riceve dalla Russia.
La Russia paga una pensione supplementare agli anziani transnistriani, fornisce loro gas a prezzi calmierati per riscaldare le case.
La Transnistria ospita una base militare russa di circa 1.500 unità, con una scorta di 20mila tonnellate di munizioni, e si trova a soli cento chilometri dalla città ucraina di Odessa.
Il generale russo Rustam Minnakayev ha reso note le prossime mosse militari di Mosca. Il governo presieduto da Putin intende occupare tutta la parte orientale e meridionale dell’Ucraina.
Quindi dalla regione del Donbass, dove si trovano i territori separatisti di Donetsk e Lugansk, fino all’importante porto di Odessa e arrivare così a inglobare anche la Transnistria.
Nelle prime settimane dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, decine di migliaia di persone hanno attraversato il confine tra i due Paesi e sono stati soccorsi principalmente dai volontari dell’associazione My ryadom, che aiuta il governo autoproclamato a coordinare l’accoglienza dei profughi.
Le ONG internazionali non hanno accesso in Transnistria, che è isolata dal punto di vista istituzionale e logistico.
A differenza della Moldavia, che nonostante sia il Paese più povero dell’Europa fa parte di OCSE e FMI, non sono mai stati varati programmi di cooperazione allo sviluppo.
Oggi My ryadom può solo contare sul contributo di privati cittadini.