di Alba Mercolella 

A partire dal 1° novembre e almeno fino a tutto aprile 2025, la Francia ha ripristinato i controlli alle frontiere. E non è la sola.

Germania, Paesi Bassi, Austria, Slovenia, Norvegia, Danimarca, Svezia e Italia ristabiliscono i controlli. Questi gli Stati dello spazio Schengen hanno ristabilito del tutto o in parte i controlli alle proprie frontiere. Tutto ciò accade alle porte dell’inverno, tipicamente un periodo dell’anno non semplice per chi sta in frontiera.

 

Sulle frontiere francesi, eppure, l’anno era partito bene. A partire da marzo 2024 i valichi di frontiera del Paese erano stati riaperti e i respingimenti al confine erano quasi pari a zero.

 

Ci si ritrova, in sostanza, nella situazione che per anni e soprattutto nell’estate 2023 ha affannato il Rifugio Fraternità Massì di Oulx: le persone che vengono respinte tornano indietro, mentre è necessario accogliere e prendersi cura anche di chi è appena arrivato.

 

Lasciamo immaginare cosa comporti questo in termini di gestione della struttura per chi ci lavora e per chi ci fa volontariato. Lasciamo immaginare anche lo scoramento e la rabbia di chi ha potuto toccare con mano l’aumento dei respingimenti e ciò che ne consegue, dopo mesi in cui la situazione era diventata più gestibile. Per di più, tutto questo accade durante l’ultimo mese dell’autunno, che coincide con l’arrivo della prima neve.

 

Tutto questo suona male, stride e crea una brutta sensazione in questi tempi neri. La questione, però, non si limita a questo confine ma è squisitamente europea.

 

Fa riflettere quanto dice la ministra olandese per l’asilo e la migrazione, Marjolein Faber. Tra un “Vogliamo rendere i Paesi Bassi il meno attraenti possibile”, la volontà di limitare i ricongiungimenti familiari e la pessima idea di dichiarare alcune parti della Siria come sicure in modo da poter respingere le domande di asilo, si promette di ridurre al minimo l’impatto dei controlli su merci e pendolari.

 

Ormai è chiaro. Per certe compagini, come quella della Faber che fa parte del “Partito per la Libertà” di stampo nazionalista e antislamico, ci sono persone che valgono meno delle altre se non meno della merce.

 

L’andazzo è pessimo ovunque, anche in Germania dove l’avanzata dell’AfD, partito xenofobo di ultra destra, ha portato il Cancelliere Scholz ad una stretta sulle frontiere tedesche per almeno sei mesi.

Ricordiamo che il Paese rischia di andare ad elezioni anticipate. Uno Stato che da questo punto di vista si è sempre dimostrato stabile: ogni Cancelliere, dal 1949 ad oggi, non ha svolto meno di due mandati.

 

Sui confini orientali dell’Unione Europea, malgrado un cambio di Governo poco più di un anno fa, le cose non vanno meglio. Abbiamo ampiamente parlato della situazione sul confine polacco-bielorusso negli ultimi anni e, in questo tempo, nulla ha posto limite al peggio se non l’enorme forza di volontarɜ e attivistɜ.

 

Dal 2021 la Polonia ha rilevato oltre 100mila tentativi di attraversamento del confine.

Ad oggi ci sono migliaia di soldati polacchi presenti sul confine i quali, da questa estate, sono autorizzati a sparare se temono per la loro incolumità.

Secondo Frontex, da quelle parti, quest’anno c’è stato un incremento degli arrivi del 193% rispetto al 2023, dato che necessita una contestualizzazione: se gli arrivi nel Mediterraneo centrale sono scesi del -64% il numero totale supera i 41mila, mentre malgrado l’aumento percentuale ci sono stati “solo” poco più di 11mila attraversamenti riguardanti il confine est della Polonia.

 

Riguardo ai propositi per l’anno nuovo, più precisamente per il prossimo quinquennio, la Polonia è già pronta con un documento il cui nome (da brividi) è tutto un programma: “Riprendere il controllo. Garantire la sicurezza. Una strategia migratoria completa e responsabile per la Polonia per gli anni 2025-2030”. Gli intenti sono una maggiore selettività per regolare sia l’ingresso che il soggiorno nel Paese, sostegno al rientro degli expat polacchi e più regole per l’accesso di studenti e lavoratori stranieri.

 

La ciliegina su questa amara torta è l’intenzione di sospendere il diritto d’asilo temporaneamente per contrastare le cosiddette attività ibride relative alla rotta migratoria indotta da Russia e Bielorussia. Perché, hey, ci stanno difendendo e sicuramente non stanno sparando a persone che intraprendono certi viaggi per evitare sorti peggiori. 

 

I valori e i principi dell’UE dovrebbero essere la libertà, l’uguaglianza, lo Stato di diritto, la promozione della pace e della stabilità. La difesa di questi principi, però, sta passando attraverso la privazione della libertà, le disuguaglianze sociali, lo Stato di diritto che sembra che in molti Paesi membri non se la passi molto bene, pace promossa timidamente e la totale incertezza verso il futuro che affligge anche chi ha la cittadinanza europea, a cui vengono indicate le persone migranti come causa di tutti i loro mali.

 

Ecco, proprio mentre scrivevo queste parole è arrivato l’esempio perfetto della bassezza a cui siamo arrivati. Il Ministro dell’Istruzione Valditara sostiene che la lotta al patriarcato è ideologia, durante la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin a cui era presente il padre, nata per prevenire e contrastare la violenza di genere, e che gli abusi sono in crescita per via dell’immigrazione illegale.

 

Del resto, che la propaganda sia disumana lo dimostra anche il Protocollo Italia-Albania, dal quale ci sarebbe da imparare ed esplorare secondo Ursula von der Leyen, di nuovo a capo della Commissione europea.

 

I centri costruiti sono finora rimasti quasi intonsi e i fermi non sono stati convalidati per una divergenza di interpretazione del diritto UE che, in breve, prevale sul diritto nazionale, per cui i decreti legge contrari alle norme comunitarie non sono applicabili fino alla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

 

Viene difficile rimanere lucidi e ancor meno rimanere ottimisti. Risulta snervante leggere e sentire della propaganda giocata sulla pelle di chi, in questo perverso esperimento da cui la Von der Leyen vorrebbe prendere esempio, si ritrova sballottato da una parte all’altra del Mediterraneo.

Il Protocollo Italia-Albania pare che sia un grande vanto per i sovranisti ormai al governo da due anni mentre, per la popolazione, ci sono lavoro povero, trasporti sempre più inaffidabili, cure mediche sempre meno accessibili e scuole che ancora crollano.

 

A pro di chi tutto questo male?